L’architettura come testimonianza e narrazione

A Gianni Ascarelli la Menorah di Anticoli 2018 in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica

Con un omaggio a Bruno Zevi si è chiusa la Giornata Europea della Cultura Ebraica 2018 di Fiuggi che ha visto l’architetto romano Gianni Ascarelli, assessore ai Beni Culturali dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane,  protagonista con una lectio magistralis dedicata all’architettura come tesimonianza e narrazione.

Fedele al tema di questa edizione, lo “Storytelling”, il narrare, Fiuggi ha rivolto la propria attenzione alla “narrazione della luce e dello spazio”, ovvero l’architettura. Oltre e al di là della letteratura e della poesia, delle parole dei giorni (la storia), della narrazione cinematografica, di quella artistica e musicale, gli amici della Fondazione Levi Pelloni hanno preso in considerazione l’arte e la scienza dell’architettura come narrazione pura. La misura dello spazio, il senso dei volumi e delle proporzioni, lo sfidare la luce, il giocare con il tempo. Tutte cifre identitarie ed arcaiche della cultura ebraica che decodificano la storia ed il tempo, scandendone le fasi finalizzate, come ha bellamente sottolineato Gianni Ascarelli, alla scrittura del presente.

 

“Perché il valore specifico dell’architettura – ha detto Pino Pelloni nella sua introduzione – consiste negli spazi, nelle cavità racchiuse degli edifici e degli ambienti urbani. Nella lettura e nell’interpretazione degli spazi che riflettono la vita sociale, il costume e le aspirazioni di un’epoca. L’andare e il venire della gente. Delle genti. Unitamente alla personalità creatrice degli architetti.” E il connubio di tempo e spazio, di memoria e racconto, contenuti in “Una Storia di Architettura” dell’allievo di Bruno Zevi, ha fatto meritare il riconoscimento della Menorah di Anticoli a Gianni Ascarelli. A testimonianza delle sue radici ebraiche, della vicenda degli ebrei romani dal 1938 al 1944, della sua formazione culturale, dei suoi maestri, gli amici e le sfide affrontate, dei suoi viaggi, delle sue creazioni, della sua famiglia. Della sua voglia di farsi con la sua professione testimone del nostro tempo.

L’architetto Gianni Ascarelli

Il riconoscimento anticolano, giunto alla sua sesta edizione, è promosso dalla Fondazione Giuseppe Levi Pelloni e viene assegnato ogni anno, in occasione e nell’ambito della Giornata Europea della Cultura Ebraica, a personalità che abbiano legato il proprio impegno intellettuale, artistico e professionale al tema proposto dall’evento annuale.

Hanno partecipato alla manifestazione la dirigenza della Fondazione Levi Pelloni (Giovanna Napolitano, Luciana Ascarelli, Vera Manacorda, Salvatore Di Fede, Marco Cecili, Augusta Ciotti, Cesare ed Antonella Busala), gli architetti di LaboratorioFiuggi e di Inarsind, Pino Ambrosetti di MediaEventi e la delegazione dell’Associazione Italia-Israele di Perugia unitamente ad un pubblico interessato.

Bruno Zevi

Il pubblico che ha sottolineato con un caloroso applauso il libertario proclama di Bruno Zevi, storico frequentatore con Susanna Agnelli di Fiuggi, recuperato dal saggioSpazio e non-spazio ebraico”, e letto da Pino Pelloni: No al classicismo, perché punta sull’ordine a priori. No all’illuminismo, perché propugna idee universali, assolute e assolutiste. No al cubismo, perché astrae dalla materia, riguarda il montaggio di forme e non l’autofarsi della forma. L’ebraismo in arte punta sull’anticlassico, sulla destrutturazione espressionista della forma; rigetta i feticci ideologici della proporzione aurea, e celebra la relatività; smentisce le leggi autoritarie del bello e opta per l’illegalità e la sregolatezza del vero”.