Santa Marinella: i 60 anni del "Giardino" di Bassani

Santa Marinella: i 60 anni del “Giardino” di Bassani

Il 6 agosto (2022), nel giardino della storica abitazione di Eugenio Pacelli, futuro Papa Pio XII, la Fondazione Levi Pelloni unitamente alla Società Storica di Santa Marinella e all’Associazione Santa Marinella Viva presieduta da Sonia Signoracci, ospiti della famiglia Candeloro, hanno promosso un incontro per ricordare lo scrittore e poeta Giorgio Bassani, in occasione dei 60 anni dall’uscita de Il giardino dei Finzi Contini.

Pino Pelloni ha intrattenuto il numeroso pubblico sul valore del romanzo bassaniano e sulla valenza ebraica presente nelle pagine del Giardino dei Finzi Contini e nelle altre opere dello scrittore di origine ferrarese. L’intervento del nostro Segretario Generale, condito di acute osservazione e da una serie inedita di curiosità, è stato accompagnato dall’esecuzione di brani ad opera della violinista Rosemary Brown e dalla lettura di pagine bassaniane con le voci di Angelo Pelagalli e dei ragazzi della Scuola Cinema.

Livio Spinelli ha bellamente sottolineato la presenza dello scrittore a Santa Marinella dove, ospite all’albergo La Najadi, dette vita al suo fortunato giardino.

Ha presentato la serata Stefania Pace dopo il saluto di benvenuto della padrona di casa l’attrice e regista Marcella Candeloro.

Dall’intervento di Pino Pelloni:

“Con Il giardino dei Finzi-Contini (Einaudi, 1962), Giorgio Bassani raggiunge l’apice del successo, riconosciuto da critici e lettori. Il romanzo narra le vicende dei Finzi-Contini, una famiglia dell’alta borghesia ebraica ferrarese, che, negli anni cruciali a cavallo della promulgazione delle leggi razziali, verrà travolta dalla crudeltà della Storia. Tranne il giovane Alberto, deceduto prematuramente, tutti i componenti della famiglia verranno infatti internati nei campi di concentramento.

Il Giardino sfugge a facili classificazioni: è insieme un romanzo di formazione (del giovane protagonista, alter ego dell’autore) e d’amore (una passione non consumata e impossibile, quella con la vitale Micòl), ma anche una narrazione storica, dove il racconto dell’Italia fascista della fine degli anni Trenta si confronta con i grandi temi universali come la storia, la morte e l’amore.

Il romanzo è una grande prova di uno stile sempre sostenuto e mai banale, con una prosa fatta di cadenze elegiache e insieme ironiche, animata da una lucida tragicità che non scade mai in sentimentalismo, priva di affettazione e ricca di richiami letterari. Il giardino dei Finzi-Contini merita di essere annoverato tra i grandi classici della letteratura del Novecento, continuando ad affascinare e sorprendere in tutto il mondo, a ogni nuova o ripetuta lettura. 

Fu, come si direbbe oggi un “best-seller,  e subito la mente va alle migliaia e migliaia di copie vendute, alle recensioni e alle interviste in televisione. Attorno al libro esposto sugli scaffali delle grandi librerie troveremmo una bella fascetta rossa (o blu, o azzurra, a seconda dell’editore) con il numero delle copie vendute, il numero delle edizioni tirate in un mese e una o due citazioni elogiative tratte da giornali dal nome altisonante.

50 anni fa, nel 1962, quando il mondo era un altro; quando tutto era (a noi sembra) più sobrio – le parole, le persone, persino i colori; quando le recensioni ai libri le scrivevano Franco Fortini e Mario Soldati, Guido Piovene e Giorgio Manganelli; 50 anni fa le 200.000 copie, vendute in dieci mesi, de “Il Giardino dei Finzi Contini” di Giorgio Bassani, furono un caso letterario. Si aggiudicò anche il Premio Viareggio”.