“Tria Corda” di Stefania Zezza alla Casa della Memoria di Roma

“Tria Corda” di Stefania Zezza alla Casa della Memoria di Roma

Nel saggio (con prefazione di David Meghnagi) la studiosa ha ricostruito le testimonianze di sette ebrei della comunità di Salonicco sopravvissuti alla “soluzione finale”

Ai tanti meriti che la Fondazione Levi Pelloni-Centro Nazionale di Ricerche Storiche ha acquisito nel campo della ricerca e della divulgazione della storia del Novecento da qualche anno a questa parte si è aggiunto quello di una linea editoriale denominata Festa Mobile.

E ai molti titoli già in catalogo, questo inizio 2023 ha visto aggiungersi “Deportazione a Cassino” di Lelio Aureli e questo importante libro di Stefania Zezza “Tria corda”.

Un libro prezioso in cui la studiosa ha ricostruito, con una paziente e capillare indagine ed accurate analisi, le testimonianze di sette ebrei della comunità di Salonicco sopravvissuti alla “soluzione finale”. Sono tratte dal meritorio lavoro di David Boder, psicologo ebreo americano, che nel 1946 in Europa registrò più di cento interviste, lasciando i testimoni liberi di esprimersi nella propria lingua (cosa che poi lo costrinse ad un immane, difficile lavoro di traduzione).

Docente di lettere classiche e dottoranda in Storia e Scienze filosofico-sociali  presso l’università di Tor Vergata, Stefania Zezza è anche una appassionata studiosa della Shoah. Questo “Tria corda” è il suo primo saggio, testo di recentissima pubblicazione (febbraio 2023) frutto di accurate ricerche storiche.

Il libro è stato presentato a Roma, alla presenza dell’autrice, il 13 marzo scorso presso la Casa della Memoria e della Storia da Bianca Cimiotta Lami, David Meghnagi, Pino Pelloni, Pupa Garribba e Anna Rolli.

Gli interventi dei relatori hanno messo in evidenza il lavoro dell’autrice che ha analizzato su più livelli, storico, psicologico e linguistico, le interviste ai sette ebrei salonichioti raccolte da Boder, fornendo un ulteriore importante tassello alla ricostruzione del quadro della Shoah in relazione ad una comunità, quella degli ebrei sefarditi di Salonicco che, come ha sottolineato la stessa ricercatrice “fu quasi completamente annientata durante la Shoah: tra il marzo 1943 e le ultime deportazioni da Atene nel 1944 la maggior parte degli ebrei salonichioti fu inviata ad Auschwitz Birkenau o a Bergen Belsen”.

Il libro verrà nuovamente presentato a Roma il 24 marzo 2023 presso l’Aula Magna del Pontificio Istituto Sant’Apollinare.