Il convegno “Max Liebermann e l’Italia – Un dialogo artistico europeo con i triestini Arturo Rietti e Umberto Veruda” promosso dalla Fondazione Giuseppe Levi Pelloni in occasione della mostra del grande pittore tedesco, ospitata sino al 9 febbraio 2025 presso Casa di Goethe Museum in Roma
Hanno partecipato Alice Cazzola, Enrico Lucchese, Anna Caterina Alimenti Rietti, Ilaria Pisciottani e Pino Pelloni. Con i saluti di Gregor H. Lersch, direttore di Casa Goethe.
Nell’accogliente Sala Cinema Esperienza Europea David Sassoli presso il Parlamento Europeo a Roma, il 20 settembre si è svolta la conferenza intitolata “Max Liebermann e l’Italia – Un dialogo artistico europeo con i triestini Arturo Rietti e Umberto Veruda” che ha visto la presenza cosmopolita di critici, cultori e amanti dell’arte, sia tedeschi che inglesi ed italiani.
Lo storico Pino Pelloni ha introdotto il pubblico a quello che sarebbe stato il tema dell’incontro: l‘Arte, la Storia, la Critica d’arte, l’Estetica, che hanno caratterizzato la Mitteleuropa tra fine Ottocento e primo Novecento, in quella meravigliosa fucina culturale che sono state Vienna e Berlino, prima che oscuri venti soffiassero sull’Europa, spaziando da Zweig a Roth e Claudio Magris. Un periodo storico, questo, che ha visto la formazione e l’operare di questi tre grandi pittori: il berlinese Max Liebermann ed i triestini Arturo Rietti e Umberto Veruda. Il loro europeismo ante-litteram è stato anche sottolineato dall’europarlamentare On. Susanna Ceccardi, che in un video ha inviato i suoi saluti istituzionali.
Questa conferenza ha preso lo spunto da un’intuizione del professor Enrico Lucchese, che aveva già partecipato al convegno ed alla mostra su Max Liebermann, ancora in corso, a Berlino presso la Liebermann Villa am Wannsee e che sapendo che si sarebbe aperta anche a Roma, presso il Museo Casa di Goethe, la prima ampia retrospettiva sul pittore berlinese, le cui opere sono presenti in alcuni musei italiani tra cui il Revoltella di Trieste, aveva pensato che sarebbe stato interessante parlare di questo artista considerato oggi il più importante esponente dell’impressionismo tedesco e dei rapporti con i due artisti triestini. Questa idea, subito accolta e sviluppata dalla curatrice dell’Archivio Arturo Rietti della Fondazione Giuseppe Levi Pelloni e dallo stesso Pino Pelloni, è sfociata in questa conferenza in cui sono stati approfonditi i rapporti con i triestini Rietti e Veruda considerati i due pittori più rappresentativi della loro generazione. Artisti che a dire dell’Alisi avevano una diversa storia, infatti “Veruda usciva dal popolo, mentre Rietti proveniva da quella borghesia benestante che si reputava quasi un’aristocrazia del fiorente emporio triestino”, che avevano appreso la lezione del Liebermann quando studiavano presso l’Accademia di Monaco di Baviera. Il direttore del Museo Casa di Goethe Gregor Lersch ha porto i suoi saluti mentre la Curatrice della mostra presso il Museo Casa di Goethe, Alice Cazzola ha bellamente esposto, con dovizia di immagini, il suo intervento “Anch’io in Italien! Sulle tracce di Max Liebermann a Venezia, Firenze e Roma”.
Enrico Lucchese dell’Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli” parlando di Liebermann, di Rietti, di Veruda e delle Secessioni ha aperto ad un dialogo artistico europeo.
Il video della giornalista e fotografa Ilaria Pisciottani intitolato “L’incanto di una visione” dedicato alla vita del pittore Arturo Rietti ha ricordato il suo cosmopolitismo e quello, già all’epoca, della città di Trieste.
A chiudere i lavori del convegno Anna Caterina Alimenti Rietti ha posto l’accento sul concetto di Bellezza del pittore rilevato sfogliando i suoi tanti appunti travasati nei taccuini che non dimenticava mai di portare con sé e che erano sempre pronti in tasca ad accogliere uno schizzo od un’annotazione “avendo bene a mente la lezione del Liebermann [che diceva che bisognava] fare dello schizzo una pratica quotidiana e nell’abbozzo, sintetizzare quel momento magico nel quale le persone conservano la loro spontaneità “
La mostra di Lieberman resterà aperta presso il Museo Casa di Goethe, Via del Corso 18 – Roma – fino al 9.2.2025.