A Gaetano De Angelis-Curtis e Gerardo Di Giammarino il FiuggiStoria Lazio Meridionale 2017

Pino Pelloni e Giovanna Napolitano Morelli, in compagnia di Maurizio Federico (vincitore della passata edizione), con una cerimonia svoltasi nella Sala Consiliare del Comune di Fiuggi, sabato 23 settembre, hanno proclamato i vincitori della ottava edizione del Premio FiuggiStoria Lazio Meridionale. Il riconoscimento voluto dallo storico Piero Melograni è andato a Gaetano De Angelis-Curtis per il suo “La prima guerra mondiale e l’Alta Terra di Lavoro” (Cassino, 2016) e a Gerardo Di Giammarino per la ricerca “Storia dell’Ospedale Umberto I di Frosinone” (Ceccano, Birdland, 2017).

L’edizione di quest’anno, dedicata alla memoria di don Celestino Ludovici, autore di una pregevole “Storia di Anticoli”, ha visto quindici libri in finale a testimoniare la vivacità della pubblicistica storiografica operante nel territorio del basso Lazio, tutta tesa tra memoria, tradizione e ricerca archivistica.

Il Presidente del Premio Pino Pelloni ha così sottolineato il valore della ricertca storica locale: “Fino a pochi anni fa, ma in certi casi accade anche oggi, gli storici accademici accusavano gli studiosi di storia locale di provincialismo e attribuivano il titolo di “storico del villaggio” a chi si occupava di studi di storia locale. La svolta avvenne negli anni Trenta.: nel 1929 nasce in Francia una rivista innovatrice, “le Annales”, ad opera di Marc Bloch e Lucien Febvre, che invitano a concepire la storia come scienza sociale e conseguentemente di metterla in relazione con le altre scienze sociali. Non si può più parlare di storia locale senza inserirla in un ambiente geografico, economico, demografico e così via. Da qui un ampio dibattito circa le caratteristiche e le valenze della Storia Locale. Secondo le Annales ‘Lo studio di una comunità deve essere globale rispetto alle complessità dei suoi aspetti’. La storia di una comunità bisogna inquadrarla nello specifico, deve essere studiata e indagata nel complesso delle sue attività e delle sue caratteristiche, aprendo in questo modo un’indagine globale alla quale la storia locale si presta più facilmente rispetto a quella generale, perché ovviamente essendo una parte limitata si entra maggiormente nei dettagli e si analizzano le relazioni con gli altri”.

Giovanna Napolitano ha sottolineato come “il lavoro degli storici – la Storiografia – collega il passato al presente, precisa i comportamenti degli antenati per chiarirne le azioni, gli intendimenti, le convinzioni e gli affetti trasmessi, nel tempo, fino a noi. Gli storici – uomini del presente – interrogano e spiegano il passato in modo da chiarirne le differenze ed analogie, vicinanze e distanze rispetto all’oggi, giacché il passato influenza il presente più di quanto comunemente si creda: la cultura degli uomini, infatti, vale a dire la rete di senso che permette di recepire la realtà e, di conseguenza, di compiere azioni, cambia molto più lentamente dei mezzi tecnici dei quali ci si avvale per sfruttare l’ambiente e per produrre e distribuire ricchezza. Per questa ragione la storia è disciplina del contesto e del globale che coltiva l’ambizione di pervenire a soddisfacenti comprensioni della condotta e degli atteggiamenti degli uomini del passato locale. Lo studio della storia può aiutare a ricostruire l’evoluzione del “patto” di convivenza tra gli uomini di ogni tempo, nelle sue varie componenti: sociali, giuridiche, istituzionali. Da qui l’importanza della Educazione civica, che può essere finalizzata, attraverso l’esercizio della discussione democratica e il dibattito di temi socialmente rilevanti, alla formazione di una cittadinanza critica e responsabile”.

E in attesa dell’Edizione nazionale (Sala San Macuto- Camera dei Deputati, prima settimana di dicembre) la nostra riconoscenza è rivolta al lavoro dei collaboratori: Antimo Della Valle, Sebastiano Catte, Vera Manacorda e Luciana Ascarelli. Un doveroso grazie anche ai sedici autori finalisti, agli editori e alle Istituzioni pubbliche e private che hanno agevolato la pubblicazzione dei testi e agli allievi ed insegnanti dell’Istituto Superiore “Turriziani” di Frosinone e dell’Istituto Superiore “Pacifici e De Magistris” di Sezze.